I vecchi santostefanesi raccontano che, quando un giovane del paese partiva per imbarcarsi su una nave o per emigrare, lo portavano in barca sino alla Calagrande per riempirsi gli occhi e la memoria di bellezza
LA STORIA
Arturo Osio 1890-1968
ARTURO OSIO
Marguerite Yourcenar sulle orme del bassorilievo di Antinoo ha occasione di incontrare a Roma Arturo Osio restituendo nelle note biografiche del celebre romanzo storico “Memoirs of Hadrian” un illustre ritratto del personaggio:
The preceding paragraph appeared for the first time six years ago; meanwhile this bar-relief was acquired by a Roman banker, Arturo Osio, a whimsical man who probably would have stirred the imagination of Stendhal or of Balzac. Signor Osio has lavished upon this fair object the same solicitous attention that he gives to the animals on his property at the edge of Rome, where they run free in their natural state, and to the trees which he has planted by the thousand on his shore estate at Orbetello. A rare virtue, this last, for Stendhal was writing as early as 1828, “The Italians loathe trees” and what would he say today when real estate speculators, trying to pack more and more colossal apartment houses into Rome, are circumventing the city’s laws to protect its handsome umbrella pines? Their method is simply to kill the trees by injections of hot water. A rare luxury, too, though one which many a man of wealth could enjoy, is this landowner’s animation of woods and fields with creatures at full liberty, and that not for the pleasure of hunting them down, but for reconstituting a veritable Eden. The love for statues of classical antiquity, those great peaceful objects which seem so solid and yet are so easily destroyed, is an uncommon taste among private collectors in these agitated times, cut o from both past and future. The new possessor of the basrelief of Antonianos, acting on the advice of experts, has just had it cleaned by a specialist whose light, slow rubbing by hand has removed the rust and moisture stains from the marble and restored its soft glea, like that of alabaster or of ivory.
Marguerite Yourcenar – Memoirs of Hadrian
Edizioni Farrar Straus Giroux, New York (1954)
LA CASA BIANCA (1935)
Ricordi di Bernardino Osio
edizioni Centro Di, 2011
Era il 1932 quando Arturo Osio, andando spesso a caccia all’Isola del Giglio, all’Albarese, alla Trappola dagli amici Ponticelli, vedesse dalla barca la nostra verde cala, se ne entusiasmasse e, appreso che una piccola parte di essa era in vendita, la comprò.
ARTURO OSIO NEL MARE DI CALAGRANDE (1930)
RICORDI
Doveva essere l’estate del 1938 quando per la prima volta andai a Calagrande assieme ai fratelli, accompagnato da zia Elisa. Ricordo vagamente una sosta a Roma in casa di zio Arturo in via Molise, ricordo il trenino a vapore e a scartamento ridotto che da Orbetello arrivava a Porto Santo Stefano e poi la barca a motore che ci portò a Calagrande, pilotata dall’espertissimo uomo di mare Olivo Lubrano detto il Turco. Non esisteva ancora la strada panoramica e quando il mare era in burrasca si arrivava via terra a dorso di somaro. A noi, figli della nebbiosa Milano, sembrava di sbarcare in paradiso. Fiori e profumi nuovi, frutti con sapori più intensi, sole, luce, caldo e un mare di cristallo pieno di pesci, che era tutto per noi, unici felici abitanti di Calagrande.
LE AMICIZIE
Quasi ogni sabato, nel pomeriggio, arrivava da Roma zio Arturo, sempre accompagnato da amici divertenti, artisti, scrittori, pittori: Leo Longanesi, Amerigo Bartoli, Mino Maccari, il pittore Carlo Socrate, il pittore Achille Funi, Aldo Carpi, Franco Marinotti, Marco Ramperti, Bino Sanminiatelli, Curzio Malaparte, Luigi Barzini senior e junior, il poeta milanese Luigi Medici, Silvio d’Amico, compagno di trincea nella Grande Guerra, e tanti altri che non ricordo.
Mario Praz – Il senso delle rovine
CALAGRANDE VISTA DAL MARE (CIRCA 1935)
PORTO SANTO STEFANO
LA GUERRA
Nell’estate del 1945 i bombardamenti, che distrussero interamente Porto Santo Stefano a causa dei depositi di carburante per i sommergibili, non colpirono la nostra cala, salvo qualche bomba caduta nelle vigne, peraltro senza esplodere. Ma Calagrande fu invasa daglil sfollati venuti dal paese: a Casa Rossa c’erano la banca e le scuole. Allo chalet le numerose famiglie di Olivo Lubrano.
Poche settimane prima della liberazione di Roma, zio Arturo, approfittando dell’auto di qualche amico che andava a Nord, riuscì, fra un bombardamento e l’altro, a venire a Calagrande per dare un’occhiata a quanto stava accadendo. Tornò subito a Roma approfittando di un camion, noleggiato a carissimo prezzo da Giannalisa Feltrinelli che fuggiva a Roma assieme al marito Luigi Barzini junior e le tre figlie, essendo diventato Porto Santo Stefano il luogo più bombardato d’Italia, dopo Cassino: partirono nel cuore della notte a fari spenti, ma vennero sorpresi a Civitavecchia da un furioso bombardamento e si nascosero tra i materassi e sotto il camion.
PIANO DI TUTELA
Finita la guerra, negli anni ‘50 la febbre edilizia arrivò in Argentario, quando fu scoperto dai romani. Fu in quegli anni che Arturo Osio, preoccupato per un imminente probabile assalto della speculazione edilizia, promosse con l’architetto Porcinai la stesura del primo piano paesaggistico dell’Argentario e fece inserire tutta la Calagrande fra le aree di rispetto assoluto.
VEDUTA DI CALAGRANDE (1930)
HORTULI HOSIANI
Zio Arturo intanto continuava a venire per il fine settimana, sempre accompagnato da amici interessanti e divertenti: ricordo i registi Mario Soldati e Roberto Rossellini, il direttore del Louvre Germain Bazin, Giovanni Urbani, Enzo Storoni, la scrittrice Marguerite Yourcenar, Flora Volpini, Paolo Monelli, Ercole Patti, Palma Bucarelli, il pittore Cesetti, Guido Carli, Mario Praz, lo scultore Mimmo Spadini, il libraio Rossetti. Non mancarono personaggi dello spettacolo: ricordo Clara Calamai e Ingrid Bergman, Walter Chiari, Edmond Purdom e Linda Christian. Né i Reali: quelli del Belgio, Paola e Alberto e l’imperatrice di Persia Soraya.
ARTURO OSIO NEL MARE DI CALAGRANDE (1930)